Il castello di carte, il mezzo e il messaggio.

Il titolo del post è ingannevole e non parla affatto di McLuhan, di comunicazione o di società mediatica. Parla, o meglio “avrebbe dovuto parlare” visto che intendevo scriverlo la settimana scorsa, di eurozona. Il piano di salvataggio della UE ha avuto, a mio avviso, una doppia valenza, quella di un  mezzo discutibile per veicolare un buon messaggio. Il piano prevede un fondo garantito dalle banche centrali e dai governi, di circa 750 miliardi di Euro: 200-250 dall’FMI, 440 dagli stati membri e 60 “liquidi” dalla commissione UE. Il messaggio è forte: i ministri europei possono riunirsi in un week-end e prendere decisioni che implicano stanziamenti astronomici per il bene degli stati membri durante una situazione di emergenza. Capacità decisionale e unità, esattamente cio’ che l’Eurozona aveva dimostrato finora di non avere: un buon avvertimento per gli speculatori. Gli inglesi non hanno aderito, dato politico fondamentale, che li taglia fuori di fatto dal fornire assistenza alla UE ma anche, in futuro, dal riceverne. Siamo in guerra si è detto e le forze di Sua Maestà non si sono presentate al fronte: buono a sapersi…

“C’è nebbia sulla manica, il Continente è isolato”, recita un vecchio adagio inglese, vedremo se i fatti gli daranno ragione. Intanto, il Leap2020 (il think thank di cui vi parlavo nei post precedenti) fedele alle proprie previsioni è ottimista sull’Europa e dichiara imminente (estate 2010) il gran ballo britannico, in cui i nodi verranno al pettine e la Gran Bretagna si dovrebbe trovare nella stessa situazione ellenica, se non peggio, affrontando una delle peggiori crisi della propria storia.

Il messaggio, dicevamo, sembra positivo eppure di corto respiro, visto che pochi giorni dopo la Merkel varava le misure contro le vendite allo scoperto (semplificando, scommesse al ribasso) sul mercato tedesco, seguita dall’Austria (ah! il Reich!) senza che la decisione apparisse minimamente concertata con gli altri paesi coi quali si era improvvisamente materializzata tanta unità di intenti appena qualche giorno prima.

Il mezzo , se possibile, lascia molto più perplessi. Si sta dicendo in sostanza che se paesi dell’Euro dovessero trovarsi in condizioni fallimentari gli altri paesi dell’Euro creerebbero altro debito per per evitarne il default. Se si mantiene la proporzionalità col caso salva Grecia, un paese come l’Italia dovrebbe trovarsi a stanziare qualcosa come 60 miliardi e  nel contempo stabilizzare il proprio debito, rilanciare l’occupazione e continuare a pagare spese sociali enormi come la CIG (che meriterebbe un post a parte). 

Dove credete che prenderanno i soldi? Ecco… se vi siete messi una mano sul portafoglio significa che il messaggio è chiaro. Del resto, appena sentito che i parlamentari volevano spontaneamente ridursi lo stipendio del 5%, ho sentito anch’io un certo, ben piu’ inquietante, allarme alle terga.

La misura di emergenza varata dagli stati dell’eurozona sarà inutile, se non controproducente, se non si riformerà radicalmente l’Europa e soprattutto il sistema finanziario, che deve essere ricondotto (se necessario con provvedimenti brutali) allo scopo di finanziare l’economia reale e non di sottrarre reddito al lavoro spostandolo sulla rendita globalizzata, continuando a creare un castello di cristallo di debiti.

Per darvi un dato, l’ammontare dei soli CDS circolanti (le assicurazioni sul fallimento degli stati che hanno un loro mercato e vengono usati di fatto come sistema di speculativo piu’ che di tutela verso gli investitori) ammontano ad una volta e mezzo il PIL mondiale. Per darvene un altro, i bond Greci sono nelle casse di altre entità a rischio fallimento, come la Regione Sicilia o il Portogallo.

E’ un castello di carte, non c’è nulla da tamponare: o si ricostruisce in pietra o se ne può soltanto ritardare il crollo.

EURO: Le grandi manovre e la congiura. Sveglia!


Quello che è successo in questi giorni è di eccezionale rilevanza storica, la portata dei cambiamenti che ne potrebbero scaturire non conoscono  precedenti recenti sotto l’aspetto economico, geopolitico e sociale. Il disastro greco si è compiuto con l’approvazione del vessatorio pacchetto di austerity e con il consequenziale via libera al prestito a fondo perduto (perché come abbiamo visto la Grecia, non può pagare) da parte della UE. Subito dopo l’approvazione del piano le borse sono crollate collezionando una serie di eventi assolutamente anomali. L’altro ieri, la borsa di Milano ha subito un attacco durato poco più di mezz’ora contro i titoli bancari italiani,  che l’ha fatta rapidamente crollare dal -2,5% ,in linea con le altre borse europee, ad un isolato e solitario -6% (poi recupererà altrettanto velocemente fino a chiudere a -4,3%).  Uno scarto enorme in pochissimo tempo: poche persone che di concerto spostano enormi quantità di denaro. Il motivo presunto? Moodys che, molte ore prima, aveva detto banalità risapute sul rischio contagio per l’Italia e altri cinque paesi (che non hanno subito nessun crollo).La notte stessa la borsa di New York perdeva il 9% in dieci minuti, roba che nemmeno durante il crollo delle torri gemelle, motivo? Errore tecnico dei computer poi smentito, anzi no, forse un trader che scrive Billion (miliardi) per Million (milioni), anzi c’è un’indagine, anzi non s’è capito bene…

Il giorno dopo l’errore tecnico colpisce Milano che che si blocca per mezz’ora e dopo una giornata altalenante, Piazza Affari precipita giù in rosso per l’ennesima volta, come all’inizio della crisi finanziaria che poi sarà economica, che poi sarà sui debiti sovrani.

Errori tecnici veri o presunti a parte, l’altro ieri la borsa italiana sull’onda della crisi greca è stata attaccata dalla speculazione, di concerto ed in modo premeditato.

E’ in corso un attacco all’Euro che si concentra sugli stati più deboli sfruttando bond (titoli statali) e CDS (assicurazioni sul default che si trasformano in scommesse a perdere). Il rischio è una deriva greca, i vostri diritti, il vostro salario, il vostro posto di lavoro e la vostra pensione.

Lo scopo? Gli stati occidentali sono tutti in una palude di debito e deficit e gli investimenti vanno nei porti più sicuri. Gli USA sono al tracollo per finanziarsi hanno bisogno che i loro debito venga acquistato e il principale acquirente, la Cina, si è fatto da parte da alcuni mesi. Se il denaro fugge dall’Europa e dall’Euro, unica alternativa ai buoni del tesoro americano e al dollaro, tornerà oltreoceano esattamente da dove arriva il nomignolo PIIGS, la campagna di stampa contro l’area mediterranea e probabilmente gli attacchi speculativi.

Dato che il complotto dei potenti è una categoria della realtà storica (ha ragione Voccia), si tratterebbe soltanto di capire quando questo è in essere e quando invece c’è qualche mitomane in cerca di rettiliani. In questo caso ci sono alcune evidenze che pesano sulla vita di milioni di persone e, forse, c’è persino un quando e un dove. Il quando potrebbe essere la cena dell’8 febbraio in cui 18 Hedge Funds si sono incontrati per discutere, da un punto di vista puramente concettuale, la possibilità di affossare l’Europa e l’Euro per riportare, patriotticamente, il denaro negli USA. Il dove è il  Park Avenue Townhouse restaurant on Manhattan’s Upper East Side, of course…

Questo lo scenario, questi i rischi.

Cosa fa la nostra classe dirigente?

Berlusconi ha annunciato la fine della crisi nella primavera del 2009. Ha parlato di crisi psicologica, dei giornali menagrami e della necessità di tornare a spendere e coltivare un ottuso ottimismo. Ci credeva? Era soltanto propaganda? Beh,io non sono un economista e sapevo perfettamente che erano cazzate quindi, siccome da cittadino non sono tenuto  a fare il processo alle intenzioni di chi mi governa (e con la scrittura reticente di Leo Strauss mi ci pulisco il culo), a quanto ne so il nostri presidente del consiglio non capisce un cazzo di economia. E se pensate che avere senso degli affari ed essere stato un imprenditore di successo voglia dire capire di economia, allora non capite un cazzo nemmeno voi.

Tremonti, che rispetto a Berlusconi è il più grande economista di tutti i tempi, ha stretto la cinghia (anche contro gli altri esponenti del governo) e preso più o meno coscienza della gravità della crisi: bene, benino o comunque poteva andar peggio. L’altro ieri il Ministro del Tesoro è andato a riferire in parlamento a proposito della crisi greca e dei suoi pericoli per l’Euro e per l’Italia. Io mi sarei aspettato un parlamento stracolmo, agguerrito, pieno di capigruppo ansiosi di prendere la parola, pronti a dichiarar battaglia o a fare quadrato  intorno al paese, ai lavoratori, persino pronti ad una delle becere risse cui ci hanno a lungo abituato. Erano in 58: il Parlamento era vuoto perché sostanzialmente non gliene fregava un cazzo. Non avevano capito o non la ritenevano una questione abbastanza rilevante. Non era il lodo Alfano, non erano i problemi del Premier, non era la bozza Violante e il Circo Barnum delle riforme,  non erano le case di Scajola: era soltanto il più grosso pericolo per l’Italia e l’Europa dal dopoguerra ad oggi.

Sempre la scorsa settimana mezzo Parlamento si scannava su Lazio-Inter e sull’arrendevolezza dei biancocelesti, con La Russa che è interista, Gasparri che è della Roma ed altri sconosciuti impegnati in una polemica trasversale agli schieramenti, sui mali del calcio!(*)

Il presidente Giorgio Napolitano (gli ex-comunisti andrebbero esiliati: comunista va bene, anticomunista pure, ma gli ex no vi prego, non se ne può più), dal canto suo, era impegnato a far la ramanzina a  Totti per il calcione rifilato a Balotelli (sic!). Ah no… scusate, lasciava anche una mezza dichiarazione sul colpo di coda della crisi! Colpo di coda? Tranquilli ragazzi, prima di estinguersi la crisi ci sta tirando un brutto scherzetto, tra due settimane è tutto passato. Voi all’Asinara, voi all’Italtel, voi precari di tutta Italia, la bestia scalcia ma è in fin di vita…

Questa gente ha i mezzi per capire ma non ne ha la volontà , ed è quindi interamente responsabile della propria inazione politica, è tempo che gliene venga chiesto conto.

La RAI nel frattempo parla di Scajola, di Fini-Berlusconi, di Bersani, Bertolaso e, naturalmente ,di Totti. Calcio a parte sono tutti temi rilevanti, non discuto, ma è possibile che in due anni di crisi epocale non si sia riuscito a tirar su un programma di approfondimento che spiegasse alla gente che cazzo sta succedendo al loro reddito e ai loro risparmi? Un’oretta in seconda serata  era chiedere troppo?(**)

Trichet, governatore della banca europea, oggi tuonava: <<E’ una crisi sistemica>>. Buongiorno mister Trichet! Ben svegliato! Vuole la colazione con le fette biscottate o le porto dei French Toast? E noi che pensavamo che fosse una turbolenza contingente di un sistema altrimenti perfetto! Per chi ci ha preso scusi? Per Alesina e Giavazzi?

E ora?

Questa notte c’è stato un summit d’emergenza tra i paesi europei indetto con la specifica motivazione di salvare l’Euro e l’Europa. Ora dovremmo tutti aspettarci che i nostri governanti si adoperino per ingaggiare un serio conflitto contro chiunque stia provocando questa situazione, usano tutti gli struimenti necessari. Sì, compresi quei servizi segreti che se devono servire soltanto a depistare indagini, rapire imam, infiltrare manifestazioni democratiche, coprire mafiosi, insabbiare stragi, incastrare politici avversi alla Presidenza del Consiglio (chiunque la occupi) e  spiare illegalmente tramite aziende di TLC comuni cittadini ,sarebbe meglio allora che venissero sciolti immediatamente. Se proprio la loro funzione è necessaria che almeno  ci avvertano in anticipo, se qualcuno sta realmente attentatando al nostro posto di lavoro: visto che molti di noi non hanno altro, parecchi ormai non hanno più nemmeno quello e che il lavoro sta in cima a quel bellissimo testo politico che è la nostra ,ripudiata e umiliata, Costituzione Repubblicana.

Avete voluto il potere? Usatelo per proteggerci davvero stavolta o sarete da considerare inadeguati del migliore dei casi, complici nel peggiore. Tramite elezioni anticipate o pacifiche rivoluzioni, anche il più moderato degli italiani finirà col considerare legittima la vostra rimozione come classe dirigente.
(*) Io il Calcio lo seguo, pago per vedere le partite, sono tifoso e compro persino la Gazzetta. Non è snobbismo il mio, è che ho ancora la lucidità per accorgermi che si tratta di un hobby futile e come tale va trattato, soprattutto in sede istituzionale.

(**)Niente di bolscevico, va benissimo Sebastiano Barisoni o quel ciccione che parlava mezzo inglese.

Lo zombie sovrano e la Tragedia Greca.

Riassumere il vorticoso giro di Sirtaki dell’ultimo mese ballato da tutta Europa in poche parole è cosa non semplice, cercherò di essere sintetico e schematico. Tutta d’un fiato:

La Grecia ha un debito pubblico al 115% del PIL inferiore in proporzione tra i paesi sviluppati soltanto a Giappone ed Italia. La Grecia ha un deficit, trend di aumento del debito, che viaggia oltre il 15%. Una compbinazione dei due parametri tra le peggiori del mondo (forse la peggiore, forse no). La Grecia ha già vampirizzato la propria cittadinanza abbastanza e per pagare la prossima tranche di interessi sul debito, 9 miliardi entro il 19 maggio, ha bisogno di finanziamenti.

Attenzione: si tratta soltanto di pagare gli interessi, non di ridurre il debito. Siamo nel perfetto circolo vizioso del cummenda cravattato dagli strozzini che fa altri debiti per pagare gli interessi.

Per finanziarsi la Grecia, come tutti gli altri stati, emette Bond (BoT, CCT…cioè ancora debito) versando interessi ai compratori, interessi proporzionali alla loro possibilità di ripagare effettivamente il debito. Tanto più sei nella merda, tanto più se chiedi soldi al mercato dovrai fornire interessi da capogiro. Negli ultimi mesi gli interessi sui Bond greci sono cresciuti in modo incontrollato, man mano che il default diveniva palese. Il default è avvenuto la scorsa settimana quando il primo ministro ha dichiarato che  non poteva più rivolgersi al mercato per finanziarsi, consequenzialmente il debito greco è stato immediatamente dichiarato junk: “spazzatura”. Fine dei giochi ,la Grecia non può più farcela da sola.

Nel frattempo l’Europa decideva il da farsi aspettando la decisione della Merkel, maggior finanziatore dell’eventuale prestito e discreto detentore, insieme alla Francia, di debito greco (tramite le proprie banche).

Che fare? si chiede la Merkel senza essere Lenin.

Lasciar fallire la Grecia vuol dire perdere i crediti e vedere la crisi ribaltata sulle proprie banche, decretando inoltre la morte politica dell’Europa e quella monetaria dell’Euro. Una unione dove attaccando il punto debole il corpo sano non ha una reazione, non è  più tale. L’Unione, va detto, ha fatto tanto comodo ai tedeschi negli ultimi dieci anni. Inoltre si teme l’effetto Lehman: cade il primo e poi cadono tutti e salvare tutti costa più caro che tappare la prima falla.

Salvare la Grecia vuol dire gettare il denaro pubblico (ha ragione Roubini e poi vedremo perché…), vuol dire salvare d’ora in poi qualunque altro paese in crisi, il che semplicemente non si può fare. Non si può fare perché l’economia greca rappresenta il 2,5% del PIL europeo mentre ad esempio quella italiana vale circa il 15% e via a scendere gradualmente per Spagna, Irlanda e Portogallo.

Si è scelta la seconda opzione differita nel tempo: ti salvo, ma prima temporeggio per mesi in modo che nessuno si metta in testa che il salvataggio sia dovuto e indolore, nel frattempo preparo un pacchetto di commissariamento lacrime e sangue degno dell’FMI. Tra l’altro l’FMI è stato coinvolto nel prestito finale, invocato dallo stesso Tremonti che di solito dalla finanza ultraliberista anglosassone era uso prendere le distanze,  in questo caso vedendo il villaggio in fiamme (la metafora è sua) decide di farsela piacere.

Il piano complessivo prevede 100-120 miliardi in tre anni, ad un paese fallito. Il punto è che 100 miliardi per la Grecia corrispondono ad un terzo del debito e al 35% del PIL, rapportato all’Italia è come se ci fossimo fatti prestare qualcosa come di 600 miliardi! Centoventicinque volte i “favolosi guadagni” dello Scudo Fiscale! Davvero pensate che l’Italia potrebbe mai rimborsare una cifra simile? Se la risposta è no  (ed è NO), nel caso greco la situazione è ancora peggiore, visto che hanno un’economia più debole, una credibilità finanziaria sottozero e una popolazione già ampiamente tosata dalle misure di austerity statale.

L’Italia contribuisce subito per 5 miliardi (esattamente quanto incassato dal famoso scudo…) per questo prestito a fondo perduto, per tenere in vita uno zombie finanziario.

Una nazione zombizzata attenzione, non una nazione di zombie. I greci sono vivi, vigili e decisamente incazzati e sanno di essere le cavie della tenuta d’Europa, della crisi a catena dei debiti sovrani e della nuova ondata di distruzione dei diritti dei cittadini. Dal ilGrandeBluff ecco come le misure di austerity sono riassunte da un lettore greco:

“lo stipendio deve diminuire del 30% x i quattro prossimi anni,

la paga mensile media da 700 euro deve diminuire,

la pensione media di 500 euri deve anch’essa diminuire,

la benzina e le sigarette raddoppiare il costo d’acquisto,

le agiende possono lincenciare quande persone ne vogliono,

l’iva aumentare del 3% dopo un aumento di 2% di soli 20 giorni fa,

i poveri diventare ancora piu poveri x i prossimi 10 anni minimo??????

[…]

Tanti saluti dalla Grecia che ancora resiste…”

Meno pensioni, meno stipendi, niente articolo 18 e similii… non è che  nell’esportazione di questo modello qualcuno  vede una nuova opportunità  di business distruggendo salari e diritti? Magari per fare finalmente concorrenza alla Cina? Qualcuno che forse detiene il credito , scommette contro i titoli sovrani dei PIIGS e sarà l’unico a non rimetterci?

Lottate fratelli d’Ellade, lottate. Temo che  siate soltanat la prima involontaria avanguardia di resistenza al capitalismo che verrà.