Dopo la geniale mossa del sagace Veltroni e dei vertici DS e Margherita, cioè la créme de la créme dell’intellighenzia politica progressista del paese, sancita dallo storico atto di fondazione del Grande Partito Democratico, casa dei moderati, culla del cattolicesimo e approdo naturale di ogni ex-comunista, oggi il paese sorride di fronte ad un’altra trionfale nascita nel panorama politico italiano: il Grande Partito del Popolo delle Libertà.
La costituente del nuovo partito.
Non ce ne vogliano le gentili elettrici col cuore che batte a destra(*),ma si tratta di certo di un fiocco azzurro.
Forza Italia infatti si scioglierà nella nuova formazione la quale sarà formata dall’unione tra la stessa Forza Italia e Forza Italia, e darà vita ad un soggetto politico completamente nuovo con a capo, e qui forse la novità più sconvolgente, addirittura l’illustre figura di Silvio Berlusconi. Il partito si pone fin d’ora l’obbiettivo innovativo di costituire una casa per tutti i moderati, che abbia un occhio sempre attento verso le nostre comuni radici cattoliche e rappresenti l’approdo ultimo del cammino politico di ogni ex-elettore di qualcos’altro.
Tra il nuovissimo Grande Partito Democratico, contenitore tutt’altro che vuoto ma al contrario ancora tutto da riempire, e la nuova formazione azzurra risulterà di certo arduo il compito che attende gli italiani alla prossima tornata elettorale. Centro-destra-destra o centro-destra-centro? Come buttare giù dalla metaforica torre, nonché dagli scranni governativi, uno dei due contendenti lasciando che precipiti nel baratro del mero parlamentarismo d’opposizione? Ad ogni fiero figlio d’Italia spezza il cuore pensare che non possano governare tutti insieme(**) ma, ahinoi, il teatrino della democrazia ha le sue regole, se non altro formali(***), e qualcuna di queste figure cardine della repubblica dovrà essere esclusa dall’esecutivo.
La breve crisi congiunturale attraversata dal paese volge dunque al termine e a noi non resta che scegliere, nell’intimo cantuccio della cabina elettorale, la più rosea delle alternative binarie quella cioè che contrappone l’ottimo a l’eccellente, vede sfidarsi in una leale tenzone il “meglio” e il “meglio ancora”.
Taccia ora il lugubre coro degli scontenti, tornino a nascondersi negli angusti anfratti della loro stessa iattura le schiere dei catastrofisti, ceda le armi, prona nella polvere e coperta di vergogna, l’orda ragliante del disfattismo: delle loro funebri litanie il paese ne ha avuto francamente abbastanza.
E’ dunque con una speranza nel cuore, che si fa già granitica certezza, che ci sentiamo di annunciare che quello che stiamo vivendo è un anno luminoso, foriero di novità e buone notizie per tutti gli elettori moderati italiani. A tutti gli altri elettori invece, quelli meno moderati, si ricorda che siamo nel 2007 e, se ancora non l’hanno fatto, è giunta decisamente l’ora di togliersi dal cazzo.
(*) Come si è di recente definita la Santachè, anatomicamente invertita come prima di lei soltanto Sauzer la Fenice di Nanto:
…quell’anarchico punkabbestia di Ken Shiro è avvisato.
(**) E non si sa mai…
(***) E anche qui non si perde la speranza di poterle un giorno superare definitivamente…