Io non guardo le serie TV (VIII)

In The New Pope (come nel precedente Young Pope) Sorrentino mescola immagini suggestive a una regia sofisticata, qualche buona intuizione a una sceneggiatura che resta nel complesso non molto incisiva, condendo tutto col gusto per la provocazione e per l’accostamento scabroso.  Posti questi elementi sul tavolo, che maneggia benissimo,  gira in tondo compiaciuto e dà l’idea di poter continuare ad aeternum. Amen.

Se 1992 era abbastanza terribile, il ridimensionamento del personaggio di Bibi Mainaghi (e quindi dell’inintellegibile Tea Falco) e lo sviluppo del contesto storico in cui si svolge la vicenda rendono 1993 quasi godibile e interessante. Quasi.

L’ultima stagione di Black Sails ci regala un finale ponderato, scelto con cura, che si districa bene attraverso i vincoli imposti dalla trama sviluppata nelle stagioni precedenti. Gli sceneggiatori si prendono il tempo per concludere l’arco narrativo dei personaggi riannodando i fili, si avverte un rallentamento che sostiene il pathos. Tutto quello che è mancato alla stagione finale di Game of Thrones.

Alla fine di 1993 il personaggio di Bibi Mainaghi esce definitivamente di scena agevolando notevolmente la comprensione dei dialoghi di 1994.

Nella parodia che Crozza faceva di Sorrentino compariva come tormentone una suora nana che fuma il sigaro, personaggio che la caricatura del regista infilava ossessivamente in scene (tutte forzatamente piene di dettagli bizzarri, inquadrature insistite di 20 minuti e nonsense) che avrebbe voluto girare. In The New Pope, proprio nella prima puntata, il Sorrentino autentico inserisce davvero la suora nana, compiacendo se stesso attraverso l’omaggio alla propria parodia. A questo punto vale tutto e anche un elefante rosa poteva fare al caso.

suora nana

In quest’ultima stagione della serie, 1994, la ricostruzione storico-politica (discutibile e parziale come tutte le ricostruzioni romanzate) diventa centrale, crescono (chi più, chi meno)  gli attori tutti ormai a proprio agio nei personaggi e cresce anche la regia. Tra citazioni e omaggi, la quinta puntata della stagione è addirittura una piccola perla.

In definitiva Black Sails è una buona serie d’avventura che guadagna budget e motivi di interesse col passare delle stagioni, evolvendo dal rango di bagnarola a quello di barca di medio cabotaggio e oltre. Non dovrebbe deludere gli amanti del genere.

Ricordando i primi apprezzabilissimi film di Sorrentino e riconoscendo in generale le sue indiscusse capacità, viene da pensare che se il regista si spostasse un poco da davanti alla macchina da presa per tornare a sedersi dietro, anche la visone delle stagioni dei Young e New Pope se ne gioverebbero nel complesso.